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  • Istituto di Scienze della Vita

CARDIOPROTEZIONE: IL TICAGRELOR MIGLIORA IL RILASCIO DI esosomi anti-ipossici che derivano da cellule progenitrici. SU SCIENTIFIC REPORTS I RISULTATI DI UNO STUDIO MOLECOLARE COORDINATO DALL’ISTITUTO DI SCIENZE DELLA VITA DELLA SCUOLA SANT’ANNA

Data pubblicazione: 10.02.2020
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Per far indossare l’armatura al cuore e proteggerlo, senza ricorrere a nuovi stratagemmi terapeutici invasivi, basterebbero un bicchiere d’acqua e una pillola, per l’esattezza un farmaco anti-aggregante orale (il ticagrelor) già in commercio, ma somministrato con modalità diverse rispetto alle attuali, con l’ulteriore vantaggio di limitare eventuali effetti collaterali, come sanguinamenti e difficoltà respiratorie. E’ questo, in sintesi, il risultato di uno studio di riposizionamento di questo farmaco, che potrà interessare i pazienti a rischio di infarto come quelli a rischio di scompenso cardiaco, condotto dall’Unità di Medicina Critica Traslazionale dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna, in collaborazione con la Fondazione Toscana G. Monasterio e il Cardiocentro Ticino di Lugano. I risultati sono al centro di un articolo su Scientific Reports, rivista open access di Nature, dopo che i dati preliminari avevano incuriosito la comunità scientifica in occasione del congresso internazionale dell’American Heart Association.

Il ticagrelor, al centro di questo originale report scientifico traslazionale, ha dunque rivelato un nuovo meccanismo a supporto delle emergenti evidenze, sperimentali e cliniche, di protezione del cuore. Questo farmaco, noto antiaggregante piastrinico orale somministrato per prevenire l’occlusione trombotica delle coronarie in pazienti a rischio, è stato in grado di attivare le cellule progenitrici isolate da cuore umano, promuovendone la proliferazione e favorendo il rilascio di esosomi, ovvero le più piccole vescicole extracellulari conosciute, capaci di rendere i cardiomiociti (cellule cardiache) più resistenti alla morte programmata da carenza cronica di ossigeno. Questo danno si osserva in coloro che presentano un albero coronarico malato, incapace di irrorare il tessuto cardiaco in modo adeguato.

“Siamo partiti dallo studio dell’interazione diretta del principio attivo con il suo recettore, regolarmente espresso dai progenitori cardiaci umani, per capire quanto una dose del farmaco, ticagrelor, più bassa rispetto a quella convenzionale fosse già sufficiente ad innescare una modifica epigenetica, come la fosforilazione degli istoni, indipendentemente dalla sintesi di adenosina, mediatore storicamente implicato nell’azione di questo farmaco dall’inatteso potenziale cardioprotettivo, che i cardiologi hanno sotto gli occhi da anni”, sottolinea Vincenzo Lionetti, docente di Anestesiologia e Rianimazione all’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna e coordinatore dello studio internazionale.

Valentina Casieri, ricercatrice in Patologia Clinica della nostra unità di ricerca, svolgendo un lavoro certosino, ha dimostrato che altri farmaci anti-aggreganti orali non inducono lo stesso meccanismo cardioprotettivo del ticagrelor”, aggiunge Vincenzo Lionetti, che conclude “Pertanto, l’uso di dosaggi più bassi di ticagrelor garantisce una cardioprotezione non-invasiva, più efficace e sicura, anche per chi non tollera il ticagrelor ai dosaggi convenzionali, grazie al meccanismo da noi scoperto. Tutte ragioni per le quali un colosso farmaceutico svedese si è subito interessato alla nostra ipotesi di studio, supportando la ricerca con un finanziamento incondizionato, i cui risultati sono ora pubblicata su Scientific Reports”.

Lo studio è disponibile qui 

Nella foto, da sinistra: Valentina Casieri, ricercatrice in Patologia Clinica (Trancrilab, Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna); Vincenzo Lionetti, docente di Anestesiologia e Rianimazione (coordinatore Trancrilab, Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna), Giulia Furini (ricercatore con assegno in Biologia Molecolare, Trancrilab, Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna), Carlotta Baroni (allieva Perfezionanda in Medicina Traslazionale, Trancrilab, Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna)